Tiziano, Estasi di San Francesco

«Proveniente dalla chiesa di San Francesco ad Ascoli Piceno, il dipinto fu commissionato, dopo il 1561, da Desiderio Guidoni, di una ricca famiglia di Accumoli (oggi funestata dal terremoto), venuta ad Ascoli intorno al 1540. Ispirandosi agli ideali mistici della Controriforma, Tiziano elabora la composizione, con il committente fuori dalla scena sacra, inginocchiato su due gradini e con le armi della famiglia: dietro l’episodio si apre un paesaggio roccioso attraversato da un corso d’acqua che forma una cascatella, richiamando i luoghi del Cadore della memoria. Il Redentore, come Christus triumphans, appare in un alone di luce dorata fra nuvole scure, lanciando raggi vermigli che colpiscono il costato, le mani e il piede destro di San Francesco. Il dipinto di Ascoli appartiene alla maturità piena, nella fase estrema dell’arte di Tiziano. La pittura si impasta e si fonde, con colpi densi e rapidi di viva materia cromatica, stesa con tecnica informale di sconcertante modernità, tanto da aprire alla pittura di El Greco e della fase matura di Jacopo Bassano. In dialogo con un’opera così aperta, e di tale libertà espressiva, si pone un altro testo fondamentale della pittura della controriforma: la purissima e limpidissima pala della vicina Ronciglione, sempre per una chiesa francescana: l’Assunta immacolata di Scipione Pulzone. Tiziano nel 1516 aveva dipinto in purissimo stile classico, con tangenze raffaellesche, l’Assunta per la chiesa dei Frari a Venezia»

(Vittorio Sgarbi)

«Il colpeggiare rapido del pennello abbozza le figure e gli elementi naturali con una modernità sconcertante, tanto rivoluzionaria da risultare incomprensibile per i suoi contemporanei e per quanti a lungo non hanno assegnato un adeguato riconoscimento alla tela ascolana»

(Stefano Papetti)

 

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