Luca Crocicchi, Passaggio a Sutri

«Il virtuoso Luca Crocicchi, tra gli artisti più autentici del nostro tempo. Un artista perseguitato dalla sua stessa amara consapevolezza, in tempi difficili. Ma che, in una varia e intensa ricerca, sembra ora placarsi nella visione di paesaggi luminosi e ferventi, di romantica malinconia, e di intensa verità, come la natura stratificata di storia a Sutri nelle sue necropoli, nelle sue tagliate, nei suoi giardini. In quella natura c’è un segreto, che Crocicchi fa intendere ma non rivela. Questi paesaggi apparentemente tranquilli fanno pensare alla definizione di Winckelmann, per il quale propria dell’arte classica “è una nobile semplicità e una quieta grandezza, sia nella posizione che nell’espressione. Come il mare che in superficie appare calmo e tranquillo anche se sotto, in profondità, ci sono le correnti, l’espressione delle figure greche, per quanto agitate da passioni, è sempre grande e posata”. Questa tesa misura si trova anche nei vasi di fiori, levigati come porcellana, e intimamente luminosi, come un fuoco che arde. E anche il mito che Crocicchi sfiora, in allegorie che lui stesso elabora, non ha patine o polvere di storia, ma lo smalto fresco di una visione abbacinante e allucinata, come un aldilà impreveduto, apparso a lui solo, nella sua Patmos, in una nuova apocalisse. Anche nella realtà più semplice e tranquilla, all’apparenza, Crocicchi resta un visionario»

(Vittorio Sgarbi)

 

 

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