Tadeusz Kantor

Tadeusz Kantor nasce nel 1915 a Wie-lopole, voivodato di Cracovia, e muore l’8 dicembre 1990 a Cracovia durante le prove del suo spettacolo “Oggi è il mio compleanno”.

Biblioteche intere sono riempite da vo-lumi, testi critici, cataloghi e documenti volti al tentativo di interpretare l’artista e l’uomo nel suo pensiero universale, nello spazio, nella storia e nella natura umana. Ognuno di noi, con la propria sensibilità sarà coinvolto e avrà il suo approccio anche leggendo poche righe o ammiran-dolo sul palcoscenico dove si mescolava agli attori senza pronunciare alcuna pa-rola. Regista di se stesso. Mi piace proporre una parte certamente attuale della concezione della poesia pro-pria, la sua dichiarazione di poetica con la quale Tadeusz volle presentare, nel catalogo per la personale alla Spicchi dell’Est nel 1990, la sintesi del secolo scorso. Una dichiarazione di poetica che si conclude inaspettatamente con un appello politico, nobilitando la politica stessa, e destinato quasi a un consesso riunito per l’Europa.

“… Mi sembrano estremamente naïf, oggi, le diffusissime tendenze di dividere l’Europa in Occidente ed Oriente.
L’Europa è indivisibile. L’Europa della cultura.
Nel mio curriculum l’appassionato apprendimento di tutto il sapere sul Bauhaus si sovrapponeva allo spietato sterminio hitleriano dei grandi Apostoli dell’Astrattismo.
Nel 1938 il mio spettacolo di marionette “La morte di Tintangiles” di Maeterlinck ispirato al Bauhaus suonava come “Requiem”. Nel 1942 mentre preparavo, nel Teatro Clandestino, lo spettacolo “Balladyna” e confessavo quasi i miei peccati di Simbolismo davanti all’imponente confessionale dei Costruttivisti Russi – Vsevolod Mejerhold moriva bestialmente assassinato dagli sbirri di Stalin – ed insieme a lui poeti e artisti… I più grandi. Loro tutti morivano in nome dello Spirito della Cultura Europea.
L’Europa è una sola! Là, al bivio delle vie del Tempo deve pur esistere il “Café Europe” …in quanti son già là … la vera Europa Eterna!
Provateci solo a proporle certe ridicole barriere in questo “Café Europe” …
(Tadeusz Kantor)

Vorrei che questo stralcio del suo pen-siero venisse letto al plenum del Parla-mento Europeo. Adesso.

(Stefania Maria Vaselli)