Scipione Pulzone, L’Immacolata

«L’Immacolata con i santi Andrea, Chiara, Francesco e Caterina D’Alessandria, concepita per la chiesa romana di San Bonaventura al Quirinale dei padri cappuccini, nel 1581. Trasferita già nel Seicento a Ronciglione, fu commissionata da Porzia Orsini da Anguillara, duchessa di Ceri, che vi fece inserire il figlio piccolo Andrea Cesi, ponendolo così’ sotto la protezione della vergine. Federico Zeri, che studiò l’“Arte senza tempo” di Scipione Pulzone in “Pittura e controriforma” (1957), indicò le fonti di ispirazione di questa rigorosissima e classicissima pala, sul versante opposto della pittura calda e vibrante di Tiziano: Scipione rielabora suggestioni dirette di Girolamo Muziano, pittore purista e arcaizzante, e di allievi di Raffaello, come Marco Pino, risalendo anche a Michelangelo, attraverso Marcello Venusti.  Il rapporto con l’Ordine dei Cappuccini, fino alla pala di Mistretta, è attestato anche dalla Madonna degli angeli per la chiesa della Immacolata di Milazzo, inviata da Roma nel 1584. Il legame di Scipione, in pieno manierismo, con l’eredità classica è confermato dalla Assunzione su ardesia in San Silvestro al Quirinale, dipinta per il banchiere fiorentino Antonio Bandini […] Tiziano e Scipione Pulzone, nella seconda metà del XVI secolo, identificano due mondi opposti e lontani. Le due pale francescane sono agli antipodi, ma hanno in comune l’obiettivo della persuasione mistica, come ipnosi dei fedeli davanti all’integra luce di Dio»

(Vittorio Sgarbi)

 

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